Source: https://www.gazzetta.it/Rugby/6-nazioni/19-03-2021/sei-nazioni-mori-predestinato-italia-grazie-zio-fabrizio-re-400-hs-4001615958275.shtml
Mori il predestinato, titolare a 20 anni: "Grazie a zio Fabrizio, re dei 400 hs"
In Scozia farà il suo esordio il nipote dell'ex iridato dei 400 hs, che rivela: "Da piccolo dormiva con la foto di Mirco Bergamasco"
E venne il giorno di Federico Mori. Domani il 20enne livornese debutterà in Nazionale da titolare: n. 12 nella squadra che a Edimburgo, nell’ultima giornata di uno sciagurato Sei Nazioni, sfiderà la Scozia. A Murrayfield, là dove gli azzurri, sei anni fa, hanno ottenuto l’ultimo successo nel Torneo. Nessuno dei 23 giocatori della rosa di quel pomeriggio sarà in campo: l’Italia è stata rivoluzionata. E mentre dalla panchina potrebbe esordire il 19enne seconda linea Riccardo Favretto, Mori è solo l’ultimo di tanti giovani a trovar spazio nel XV. Uno dei più attesi. Per il nipote di cotanto zio - Fabrizio, fratello di papà Massimo, è stato iridato dei 400 hs a Siviglia 1999 - è un sogno che si realizza. "Da piccolo - ricorda lo zio - si addormentava guardando la foto di Mirco Bergamasco...".
LA PRIMA VOLTA
"La formazione ci è stata annunciata mercoledì - racconta il centro di Zebre e Calvisano - e la gioia è grande. Anche perché a Murrayfield, nel settembre 2019, ho disputato la prima partita con le Zebre realizzando una meta. Considero quell’occasione la mia svolta verso il professionismo. Il c.t. Franco Smith, nelle scorse settimane, mi ha spiegato che, per scelta tattica, preferiva utilizzarmi nei finali di match per disporre di un’arma in più in minuti che avrebbero potuto essere cruciali. Ora, invece, mi ha solo detto di fare quello che so fare, quello per cui appartengo a questo gruppo. Immagino si riferisse al mio essere diretto in fase offensiva, duro fisicamente, capace di impattare le linee avversarie e di romperle con la mia velocità". Muovere i primi passi in Nazionale in un periodo così avaro di soddisfazioni non è semplice. "In tanti, in queste ore, ci ricordano quell’ultimo successo del 2015 - ammette - ma credo non sia giusto pensare né al passato, né al futuro. Ora ci siamo noi e tocca a noi scrivere, adesso, la storia".
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