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Mori: "What I learn with Bordeaux will help Italy become great"

Mori: "What I learn with Bordeaux will help Italy become great"

credits to Gazzetta dello Sport

Source: https: www.gazzetta.it/Rugby/6-nazioni/01-02-2022/rugby-sei-nazioni-mori-quel-che-imparo-il-bordeaux-aiutera-l-italia-diventare-grande-4301190849840.shtml

 

Mori: “Quel che imparo con il Bordeaux aiuterà l’Italia a diventare grande

 

Il trequarti azzurro in vista dell’esordio di domenica a Parigi: “Ora so come si vince”

È un Sei Nazioni tricolore tutto in salita quello che partirà domenica da Parigi e dalla sfida alla Francia. In testa al campionato transalpino, con quello inglese il più ricco, competitivo e prestigioso del mondo, c’è il Bordeaux-Bègles. E nel Bordeaux-Bègles (12 vittorie, un pareggio e due sconfitte) da sei mesi, con buoni spazi, gioca Federico Mori, 21enne trequarti livornese, uno degli azzurri del presente e del futuro che, allo Stade de France, potrà recitare un ruolo importante

“Molto positiva: la professionalità del rugby francese è nota, ma viverla nella quotidianità impressiona. È tutto a tinte forti: dagli investimenti, al calore dei tifosi, dalla conduzione dei club, agli interessi coinvolti. Poi, naturalmente, gli aspetti tecnici”.

Cosa sta imparando?

“A vincere, che per un rugbista italiano oggi non è cosa da poco e a gestire nel modo migliore i momenti clou di una partita”.

Né in Nazionale, né con le Zebre ha brindato a tanti successi: è così passato dal perderle (quasi) tutte, a vincerle (quasi) tutte. Cosa comporta?

“Un ambiente positivo infonde fiducia ed entusiasmo. Mi accorgo di crescere: ogni allenamento è un clinic, ogni match si trasforma in una lezione”.

Cosa le viene chiesto?

“Christophe Urios, il capo allenatore, dice spesso che dobbiamo sfruttare i nostri punti di forza, individualmente e non solo. Ho fisico e velocità, è quel che più metto a disposizione”.

In cosa deve migliorare?

“In tutto, non mi accontento”.

In campionato, di sedici partite, ne ha disputate otto, quattro da titolare, per 367’; in Champions, di tre, ne ha giocate due, una nel XV di partenza, per altri 113’. È soddisfatto di quanto e come viene utilizzato?

“Con Urios ho confronti continui, mi vede centro e ala e a me sta benissimo così”.

E la vita extra rugbistica?

“Vivo in un appartamento a 800 metri dalla sede, dove sto dalle 8.30 alle 15.30, colazione e pranzo compresi. C’è tutto anche per fisioterapia, osteopatia e crioterapia. E un’ampia aerea ricreativa con Playstation 5, campi da ping-pong e biliardino. Ora fa freddo e alla sera sto a casa, ma è vero che Bordeaux è una piccola Parigi. È splendida. Nei mesi caldi si sta fuori e l’Oceano è a mezzora”.

Si è ben integrato?

“Ho subito seguito un corso intensivo di francese e ho ancora a disposizione un’insegnante tre volte alla settimana”.

Come gestirà questo periodo di viaggi tra Nazionale e club?

“Con i problemi legati alla pandemia è tosto. La settimana scorsa sono arrivato al raduno di Verona domenica, mercoledì sono tornato a Bordeaux per il match di Top 14 di sabato (in campo dal 73’ per Bielle-Biarrey nel 29-10 sul Castres, ndr) per poi domenica rientrare in Nazionale. È lavoro, va bene così”.

Continuerà a fare la spola per tutto il Torneo?

“Dipenderà dalle esigenze della società: nei weekend di sosta del Torneo, il Top 14 proseguirà. Il problema è che il Bordeaux gioca come si allena e quindi, saltando diverse sedute, non è poi facile trovare spazi in partita”.

State dominando la stagione, ma tra i 41 giocatori ora agli ordini del c.t. Galthiè ci sono solo quattro suoi compagni (il recuperato Woki, Lucu, Moefana e Jalibert): come se lo spiega?

“Tra positività e infortuni è una stagione particolare. Io per ora ha evitato l’una e gli altri”.

Come trasferirà in Nazionale il bagaglio acquisito?

“Quel che ho assimilato lo porterò in azzurro anche in fatto di mentalità. Ci servono vittorie e continuità, con la consapevolezza che il processo sarà lungo”.

Lei, Garbisi, Capuozzo e, fino a ieri, Ceccarelli: nel gruppo siete rimasti tre “francesi”.

“Conosciamo atteggiamenti e gioco: sarà un valore aggiunto in una sfida difficile, anche per il ritorno del pubblico”.

Zio Fabrizio, iridato 1999 dei 400 ostacoli e ora tecnico Fidal, è sempre più orgoglioso di lei.

“Lo so, è anche venuto a Bordeaux a vedermi giocare. È felice anche per mia sorella Rachele lanciatrice di martello tra le più promettenti in Italia, da poco entrata nelle “sue” Fiamme Gialle. Lo scorso weekend ha esordito con un oltre 61 metri”.

#Rugby #6 Nazioni #Mori #Fede Mori